Papa Francesco
Il Papa, la Sindone e l'uomo che soffre PDF Stampa E-mail

26 Giugno 2015

di Luca Rolandi

 

Il ritorno alle radici è la cifra della visita pastorale di Papa Francesco a Torino il 21 e 22 giugno.  Momenti di fede e di gioia che hanno coinvolto migliaia di fedeli, cittadini, donne e uomini, la città nella sua complessità e articolazione. Bergoglio è tornato nella terra dei suoi padri, significativo e molto affettuoso è stato l’incontro con i parenti lunedì pomeriggio prima della fine della visita, da pontefice e pellegrino portando parole di speranza e di amore per la sua terra, soprattutto per coloro che soffrono e vivono nell’indigenza e nelle difficoltà. Sono state per la Chiesa torinese e la comunità cittadina quasi 48 ore indimenticabili, giorni, come sempre accade nelle visite in Italia, davvero piena di appuntamenti di preghiera, celebrazioni e incontri. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Caselle, il primo incontro è stato dedicato al mondo del lavoro. Negli anni della crisi, lunga ed epocale, dopo il saluto di un imprenditore, una mamma in cassaintegrazione e un papà agricoltore, Papa Bergoglio ha lasciato il primo segno profondo. “La mia visita a Torino inizia con voi” ha detto all’arrivo in Piazzetta Reale.  Francesco ha espresso la “Sua vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie, ma anche gli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica  ad andare avanti”. “Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale”, ha affermato il Papa, ricordando che “Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l’istruzione e altri beni primari”. “L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’inequità, di questa economia che scarta e delle guerre”, ha ammonito Francesco. “Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani sono trattati come merce”, ha aggiunto a braccio.Il silenzioso raccoglimento in preghiera davanti alla Sindone, ha detto più di parole e riflessioni. L’Orazione di fronte all’Icona dell’uomo dei dolori, il Sacro Telo che arriva a indicare la strada della Croce per giungere alla Salvezza  della Risurrezione.  Un gesto  molto eloquente che lascia spazio ad una profondità infinita verso la dimensione spirituale e di raccoglimento che ha caratterizzato il pellegrinaggio durato 67  giorni alla Sacra Sindone.

 
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