Ministro dell’industria dal 1974 al 1979, Carlo Donat-Cattin si confrontò a più riprese con i problemi energetici e con la questione dell’energia nucleare. Una scelta, quella del nucleare a sicurezza intrinseca e con la risoluzione del problema delle scorie, a suo avviso assolutamente indispensabile. Il suo punto di vista, infatti, non disgiungeva mai il tema del fabbisogno energetico da quello dello sviluppo dell’economia italiana.
In un intervento alla Camera dei Deputati del 28 settembre 1977 puntò il dito contro i ritardi nell’esecuzione del piano energetico nazionale e assegnò al tema dell’energia una rilevanza chiave non solo per la politica industriale, ma anche per le relazioni internazionali. Prefigurò inoltre la creazione di un Ministero dell’energia, per favorire lo sviluppo delle energie alternative – dal carbone al solare e alla geotermia – e contestualmente una politica di forte risparmio energetico. Preconizzò in pratica la necessità di investire sulle fonti di energia rinnovabili e sulle tecnologie di punta. Come dimostra questo passaggio del suo discorso, è possibile esercitare in questo campo la responsabilità politica di scelte a favore dell’energia pulita, che incoraggino stili di vita attenti alla eco-compatibilità dei comportamenti individuali: «Un serio dibattito politico sull’energia si vale senza dubbio dell’apporto di fasce di critica e di dissenso, che facciano confrontare le istituzioni, i rappresentanti e il paese con le esigenze ecologiche, col diritto delle persone – di tutte e di ciascuna persona – alla salute, alla vita, ad un ambiente umano e naturale; con le esigenze della salvaguardia delle specie animali e vegetali; col diritto di tutti e di ciascuno ad una esistenza che sia valorizzata dal consistere senza deformazioni della bellezza, dolce o terribile, magnifica o struggente della natura e del mondo. Ogni giorno di più, sotto le lacerazioni che la speculazione infligge all’atmosfera, ai mari ed ai fiumi, alle città e alle campagne e ai loro frutti, ogni uomo bennato sente il bisogno di regole nazionali e internazionali e della capacità di applicarle per arginare l’ingordigia di pochi e salvaguardare le condizioni della vita di tutti. Noi crediamo che quelle esigenze e quelle legittime aspirazioni siano compatibili con un regolato sviluppo tecnico ed economico, sviluppo necessario per dare una base materiale alla elevazione delle condizioni della vita umana, alla liberazione dalle difficoltà, dalla povertà o dalla miseria di miliardi di uomini. La produzione di energia avviene oggi in condizioni che contribuiscono all’inquinamento in misura notevole, eppure viene accettata come una incancellabile necessità. La produzione di energia nucleare, a parte l’apporto, che non sembra sostituibile, alla soluzione dei nostri problemi di equilibrio economico, riduce in misura notevolissima l’inquinamento, se pure può suggestionare evocando la potenza catastrofica delle armi atomiche: cosa totalmente diversa, poiché l’impiego pacifico dell’energia nucleare deve avvenire in condizioni di sicurezza». (Cfr. DONAT-CATTIN, C., Discorsi parlamentari, vol. II, a cura di G. Aimetti, Camera dei Deputati, Roma 2005, pp. 1023-1024) Alessandro Parola info@alessandroparola.it 24 giugno 2008 |