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Giovani e Lavoro

Las Vegas

Lo ammetto. Quando ho pensato di aprire una casa editrice – ma che dico una casa editrice, la casa editrice più bella della galassia – ero convinto che mi avrebbero preso tutti per pazzo. La gente che mi conosce è abituata al fatto che io mi perda in fantasie o in nostalgie da riversare nelle storie che racconto. Per cui, anche questa idea di Las Vegas poteva rientrare tranquillamente nella categoria. E poi che nome era Las Vegas? Più che una casa editrice, sembrava una sala giochi. Sì, mi aspettavo di essere stroncato prima ancora di iniziare.

Las VegasE invece – forse perché a Las Vegas tutto è possibile – è successo un miracolo e fin da subito si sono catalizzate delle buone energie che mi hanno dato la spinta per superare la prime, inevitabili difficoltà. Dopo parecchi mesi di lavoro, a stendere un piano di impresa, a scovare testi, a cercare un distributore nazionale, ad affrontare la terribile burocrazia, finalmente a gennaio 2008 sono usciti i nostri primi tre titoli, e questo è stato solo l'inizio: vogliamo fare le cose terribilmente sul serio e cercare di coinvolgere tutte le migliori menti giovani sparse per il Paese. Il nostro motto è: “Non prendiamoci troppo sul serio, ma prendiamo sul serio il nostro lavoro”.

Dicevamo dei “giovani”: questa è una parola che ricorre molto spesso, qui a Las Vegas. Anche il nostro lettore ideale è “giovane”, ma non in senso strettamente anagrafico, bensì nel senso più ampio e meno esclusivo del termine. Questo perché siamo convinti che la gioventù sia una condizione più dello spirito che non del corpo. Ma allo stesso tempo vorremmo dare un’idea diversa dei “giovani”, un’idea meno superficiale e stereotipata, che scava più a fondo e non si accontenta dei sondaggi allarmistici riportati di tanto in tanto sui giornali.

Il motivo per cui ho deciso di aprire una casa editrice e non una fabbrica di cioccolato o un’azienda che produce scarpe è presto detto: scrivo da quando ero un ragazzino, e nel frattempo ero riuscito a pubblicare un paio di romanzi, uno per un piccolo editore e l’altro per Marsilio. Ho avuto modo di conoscere un po’ il mondo editoriale e i problemi che ne fanno parte e ho pensato di poter creare qualcosa di nuovo, a partire da un diverso e più stretto rapporto tra editore e autori. Poi, è ovvio, le difficoltà per una piccola casa editrice sono enormi ed è complicato riuscire a realizzare tutte le idee che mi (e ci) vengono in mente ogni giorno. Dico “ci” perché nel frattempo Las Vegas è diventata una cittadina in cui convivono parecchie persone accomunate dalla stessa passione (e dalla stessa follia, probabilmente). È strano perché questo è un lavoro a tutti gli effetti, anzi, spesso devi occupare più ruoli anche molto diversi tra di loro. E quando questa attività coinvolge anche chi ti sta vicino nella vita, vuol dire non riuscire più a distinguere il tempo libero da quello lavorativo, vuol dire passare la domenica sera a impaginare, svegliarsi alle tre di notte con qualche idea nuova che non ti lascia più dormire, uscire a mangiare una pizza e continuare a parlare di quello che c’è da fare.

Eppure, nonostante tutto questo, sembra un dato di fatto che con i libri non si possa sopravvivere. Sono molti quelli che in questi anni hanno cercato di convincerci che l’unica via sia quella dell’editoria a pagamento, ma noi crediamo fortemente che un editore debba essere libero di scegliere, non influenzato dallo scambio di denaro con l’autore (che non è un cliente). A questo proposito abbiamo anche organizzato una fiera a Finale Ligure, Vento Letterario, in cui per la prima volta vengono scelti gli editori in base alla loro politica editoriale (e quindi non sono ammessi gli editori a pagamento).

Al momento abbiamo pubblicato quindici titoli ed è come se la nostra famiglia si stesse allargando man mano.
Le prospettive? Non sappiamo cosa aspettarci dal futuro ma speriamo che la gente continui a pensare che siamo pazzi ancora per molti anni.

Andrea Malabaila

30 novembre 2010


Las Vegas edizioni: www.lasvegasedizioni.com

Collaborano a vario titolo al nostro progetto: Carlotta Borasio, Chiara Scavino, Elena Di Mizio, Marica Andreello.

 
 
 
     
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