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Giovani e Lavoro

Per lavorare ho scelto il mondo

Il primo momento in cui mi sono resa conto di quello che stava succedendo attorno a me è stato li, alla fermata dell'autobus. Uno strano sole a Ginevra che mi ha spinto ad alzare gli occhi in alto e vedere questo immenso palazzo, esattamente davanti a me. Era li che stavo per entrare una mattina ancora ed è li che ho capito che tutto era vero.

Palazzo delle Nazioni UniteMi chiamo Elisa, ho 29 anni e lavoro come Consultant presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nella sede centrale di Ginevra. Mi occupo della salute delle donne e dei loro bambini. 
 Il taglio del mio lavoro è politico. I governi sia dei paesi sviluppati che di quelli in fase di sviluppo necessitano di essere non solo resi consapevoli, ma anche responsabili delle problematiche legate alla salute materno-infantile. I paesi poveri devono comprendere perchè le loro donne ed i loro bambini muoiono per cause che potrebbero essere facilmente evitate e che cosa possono fare perchè questo non avvenga. I paesi ricchi devono comprendere che la responsabilità di ridurre queste morti è globale, e globale vale a dire anche la loro. Oggi la risposta a questi bisogni deve essere innovativa: l'advocacy nei confronti dei governi non può essere sufficiente a mobilizzare coscienze e fondi, se questi di fatto non sono disponibili. Bisogna quindi richiamare l'attenzione e l'azione di vari stakeholder, pubblici e privati, capaci di mettere a disposizione la propria specifica esperienza al fine di generare nuove risorse e di aumentare la consapevolezza e le responsabilità civili e politiche verso questi temi. Meccanismo che si incarna perfettamente nel progetto Women Create Life, di cui ci stiamo occupando e che vede l'Italia come protagonista.

Women Create LifeQuesto è quello di cui si occupa il mio Dipartimento e quello che nel mio piccolo faccio io. Ed è questo che avrei sempre voluto fare.
 
Mi è stato chiesto di scrivere questo pezzo sulla mia esperienza e lo faccio perchè credo che possa essere utile. Io sono all'inizio di tutta la mia carriera, non sono arrivata da nessuna parte, ma in questo momento sono laddove molte persone che hanno fatto i  miei studi, che hanno i miei interessi, vorrebbero essere. Ho studiato con la passione di colui a cui piace quello che legge, ho cercato e colto al volo le occasioni per stage in diversi settori della politica internazionale ed ho scelto con consapevolezza quale volevo che fosse il mio. Ed ora sono all'inizio di questa strada.
E spero che la strada sia lunga, e ci credo. Perchè mi piace pensare che le cose possano accadere veramente, anche se non sei una figlia di carriera, anche se sei una persona comune, anche se non sei la figlia di qualcuno importante, ma solo la figlia di qualcuno che importantissimo lo è, ma solo per te e per la tua famiglia. E che è stato soprattutto importante perchè ti ha insegnato che le cose te le devi guadagnare non a spintoni o a complimenti, ma che se ti impegni e se sei disposto a fare sacrifici per ottenerle, possono davvero succedere. Che se non credi che tutto ti sia dovuto e dovutamente facile, se sei disposto a studiare e lavorare, vivere lontano dalla famiglia, lavorare duro, se sei pronto ad assorbire tutto quello che gli altri possono insegnarti, che se sei umile, se sai riconoscere i tuoi limiti e fai di tutto per colmarli, allora una possibilità ti può essere data.
 
Io non sono meglio di molti altri ragazzi della mia età, non ho fatto nulla di speciale, ho solo cercato la mia possibilità. Il nostro è un Paese fatto di persone strane. È vero che pochi sono gli spazi e direi anche la fiducia nei confronti dei giovani, è vero che il livello di disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili, è vero che spesso il disgusto verso le ingiustizie fa vacillare anche il coraggio, è vero che sempre più spesso sembra che si remi contro il nostro futuro,  ma è anche vero che arriva un momento in cui il futuro te lo devi fare tu. Non puoi stare a casa ad aspettare che arrivi la tua chiamata, o quello che ritieni essere il tuo meritato aiuto. Non sono i numeri su un curriculum che fanno l'occasione, ma sei tu che te la cerchi. Nessuno ti chiamerà ad alzarti da quella sedia e ti spiegherà come è meglio fare. Nessuno è stato li ad aspettare a braccia aperte che tu ti laureassi per offrirti un lavoro da 3000 euro sotto casa, a distanza minima da mamma/amici/fidanzata e nessuno è li pronto a realizzare tutti i tuoi desideri.
 
Organizzazione mondiale della sanitàIo non ho formule per questo. So solo che serve prima lo studio per aprire la mente e poi il viaggiare per allargarne gli orizzonti. Che conoscere sin da piccoli persone di paesi, culture e status diversi dal tuo, ti fa venire voglia di migliorare. Confrontarsi senza credere di essere i migliori, ascoltare quello che gli altri sono riusciti a fare, rende tutto un pò più possibile. E poi la passione per quello che fai, anche se, come nel mio caso, quello che fai, sarà solo una infinitesima parte rispetto agli Obiettivi che una organizzazione come l'OMS si propone. Ma farlo bene.
 
Io dico sempre che di sicuro io qui sono la persona che sa meno di tutti, ma che vado in giro sempre con gli occhi spalancati. Considero questo un privilegio ed una occasione, perchè ho la possibilità di lavorare con persone che sono delle eccellenze mondiali nel loro settore, e tra questi con italiani per i quali provo grandissimo orgoglio ad esserne connazionale per le loro capacità, le loro conoscenze, ma anche semplicemente per il loro modo di essere. Assorbire il più possibile, è forse solo questo il trucco.
 
E soprattutto non smettere mai di stupirsi di quello che accade intorno a te, perchè quando hai smesso di stupirti hai anche smesso di imparare. 
 
 
Elisa Scolaro

22 febbraio 2011

 
 
 
     
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