Spot.us Si chiama David Cohn, ha studiato giornalismo alla Columbia University ed è uno dei più brillanti sostenitori del “citizen journalism”, il “giornalismo dei cittadini”.
L’ultimo progetto avviato da questo giovane adetto ai lavori nel campo dei media si chiama “Spot.us” ed è un affascinante esempio di “reporting finanziato”.
“Spot.us” è un progetto no-profit del “Centre for Media Change” di San Francisco. Attraverso questa piattaforma il pubblico può commissionare qualsiasi tipo di reportage su argomenti ritenuti di comune interesse, o magari sottovalutati.
Oltre che suggerire nuovi spunti di giornalismo, si possono donare soldi ad un determinato progetto, piuttosto che ad un altro o anche destinare parte dei soldi donati da uno sponsor al progetto che più ci interessa.
Facciamo un esempio, una volta rintracciato David Cohn su Twitter, un social network molto usato negli U.S.A., leggiamo il messaggio che una ragazza ha pubblicato nel quale ringrazia “ digidave (nickname di David Cohn) , Spot.us e tutti voi lettori di motherjones (nickname di un giornalista di spot.us) per aver reso possibile il viaggio di motherjones ad Haiti! “ . Infatti, nel messaggio immediatamente precedente a questo leggiamo “ Ci siamo quasi, ci mancano circa 40 persone che finanzino il reportage di motherjones ad Haiti”.
La vastità di articoli ancora “in embrione” è incredibilemnte variegata, sotto la voce “Quasi finanziati” troviamo pezzi come “Los Angeles, l’ossessione della violenza” ( 17 $ to go, è quanto manca perchè l’articolo passi da pura idea a parola materialle e fruibile per tutti) , o ancora “The LA justice report” .
La voce “articoli non finanziatI” riporta le sorprese più grandi: “Lo spreco di soldi nel sistema scolastico unificato di Los Angeles”, “Il profitto personale che le guardie carcerarie traggono dalle guerre per droga”, o ancora “Economia urbana, perchè i conti non tornano a Los Angeles “.
Il meccanismo di raccolta fondi è ben articolato e trasparente: le donazioni del singolo sono limitate, una sola persona non può finanziare un solo reporter, o soltanto il suo lavoro. Non è possibile fare donazioni anonime e in ogni caso le informazioni necessarie sul donatore sono legate ai dati della carta di credito. Le persone che finanziano questi articoli si fidano e spot.us cerca di mantenere saldo questo rapporto di chiarezza e fiducia.
Capita talvolta che un’organizzazione editoriale possa acquistare i diritti di un pezzo per poi pubblicarlo, ma fin’ora non è mai successo il caso limite, cioè che i diritti dell’articolo fossero acquistati per distruggerlo.
Lo staff di “spot.us” accetta anche “donazioni in natura”, cioè sotto forma di talento. Certamente spot.us si riferisce a professionisti , ma l’intento è anche quello di coinvolgere persone , cittadini, per esempio mandandoli a fare un servizio minore in bicicletta! Ci sono anche reporter volontari, dice David Cohn: - è pur sempre una forma di volontariato! Preferiamo collaborare con persone semplici per fare cose semplici - .
Come funziona spot.us
Beatrice Gobbi 9 novembre 2010 |