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Wwworkers, gli imprenditori fai da te

In un Paese in cui il lavoro fisso è un’utopia e il precariato sembra l’unica soluzione per i giovani e non solo, l’italiano diventa imprenditore di se stesso e se il lavoro manca non c’è problema, lui se lo inventa.

Wwworkers, gli imprenditori fai da teMa come poter trovare un bel mestiere che ti permetta di diventare un libero professionista senza agenzie di collocamento e senza sprecare troppa carta per scrivere curriculum? Semplice, basta diventare wwworkers. Loro sono i ragazzi che hanno deciso di diventare imprenditori in proprio, dopo lunghe attese e stage massacranti e senza passare per un’assunzione, hanno provato il brivido della partita Iva, scegliendo come luogo per trovar lavoro il Web.

L’ideatore e fondatore del blog che raccoglie le storie di chi ha tentato, riuscendoci, di mettersi in proprio è Giampaolo Colletti, un mago del web che sul suo sito www.wwworkers.it/identikit.html  afferma:” Trecentosessantacinque giorni. Mi sono dato un anno di tempo per studiare il fenomeno, per definire i profili, per capire cosa sta accadendo. Lungo tutto il 2010 raccoglierò le storie di gente comune - lavoratori della porta accanto - divenuti per necessità o per piacere dei wwworkers. Questo termine è frutto di una sintesi tra www (acronimo della rete) e workers (termine inglese che indica i lavoratori)”.

L’estero come sempre ci ha preceduto, infatti già nel 2001 lo scrittore americano Daniel Pink nel libro “Free agent nation: the future of working for yourself” forniva una descrizione del fenomeno negli Usa. Tra le esperienze che raccontava c’era quella di Betty Fox, una sessantottenne americana che, dopo aver scoperto il magico mondo del Web, ha creato GrandmaBetty.com, un sito pensato per aiutare gli “over Anta” a gestire le informazioni in rete.

In Italia i wwworkers hanno cominciato a muovere i primi passi dallo scorso anno, a seguito della crisi che ha vissuto il mondo del lavoro e tutt’ora si moltiplicano e aprono le porte ad una novità, ben più reale della scrivania di un ufficio di collocamento.

Fra i tanti che ce l’hanno fatta c’è Simone Perotti, un ex manager che ha tentato con successo di diventare imprenditore di se stesso cercando un nuovo lavoro che gli potesse dare qualcosa che andasse oltre la sicurezza e il denaro: la passione. In un articolo di Panorama. It del 24 Marzo 2010 scrive: “Quando ho iniziato a lavorare credevo nell’impresa, mi sembrava una delle ruote dell’ingranaggio della società.. Però poi i grandi scandali, la corruzione su vasta scala, politica e imprenditoriale, Tangentopoli, Cirio, Parmalat, l’evidenza che parole come «human resources», «mission», «team building» erano abili etichette per coprire sfruttamento e aridità del sistema - sottolinea Perotti - E allora stop… Unico obiettivo: Cambiare vita, consumare meno, uscire dalle città, rinunciare a comodità e strutture, mutare relazioni e amicizie, strade, orari. E così ho scoperto di non essere l’unico”.

E per cambiare vita lui decide di diventare, skipper, istruttore di vela, scrittore di romanzi e di un saggio che racconta la storia di come si può cambiare vita intitolato: “Adesso basta”.

Lui è un esempio per tutti i wwworkers italiani che ce l’hanno fatta come lo è stata anche Julie, la wwworkers americana con i capelli rossi, ex impiegata modello di una compagnia di assicurazioni che ha deciso di lasciare tutto per lanciare il suo blog di cucina. Julie Powell, la cui storia è nota al grande pubblico grazie al film “Julie and Julia”, uscito in Italia nel 2009 con Meryl Streep e Amy Adams come protagoniste, ha cambiato la sua vita. Come ha fatto? Ha creato un blog in cui raccontava la sua sfida: completare in 365 giorni le 524 ricette contenute nel libro della cuoca americana Julia Child. 

Ora anche noi italiani accusati di essere troppo mammoni e poco produttivi possiamo sognare il successo senza muoverci da casa, basta un www.

Silvia Serena

11 maggio 2010

 
 
 
     
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