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Oggi: la storia
Buon compleanno Italia!

Buon compleanno Italia!Mentre Torino e il Piemonte si apprestano a inaugurare le feste per i 150 anni dell’Unità d’Italia, si moltiplicano le iniziative culturali per ricordare l’evento. Intanto bandiere tricolori e gagliardetti spuntano un po’ ovunque, dai balconi delle case alle vetrine dei negozi, a testimonianza che il sentimento nazionale è ancora emotivamente evocativo per la società italiana del terzo millennio.
Il 17 marzo sarà dunque festa nazionale e può essere opportuno ricordare cosa accadde esattamente 150 anni fa. In quel giorno vi fu una riunione del Parlamento nazionale a Torino, espressamente dedicata alla proclamazione dell’Unità del nuovo Stato nazionale, per la quale nelle settimane precedenti a lungo si era discusso sulla formula più appropriata da utilizzare. La prima riunione del Parlamento era infatti già avvenuta il 18 febbraio, dopo che il 27 gennaio si erano svolte le elezioni, il cui risultato aveva dato al primo ministro Camillo Benso conte di Cavour una solida maggioranza. Il 17 marzo fu invece il giorno della promulgazione della legge con cui Vittorio Emanuele II diventò primo Re d’Italia con la discussa formula «per grazia di Dio e per volontà della nazione» (che alla Camera passò con 174 voti a favore e 58 contrari). Come ha opportunamente ricordato Francesco Traniello nel recente convegno della Fondazione Donat-Cattin dedicato al tema Cattolici nemici dell’Unità?, questa formula intendeva evidenziare come l’origine del diritto di regnare unisse ragioni teocratiche e popolari. Era un’espressione dunque altamente simbolica, che in qualche modo riconosceva allo Stato italiano nascente un’identità religiosa indelebilmente impressa dalla tradizione cattolica.
La descrizione con cui nasceva l’Italia unita non era dunque di ordine fisico o geografico. Veniva invece riconosciuto il ruolo fondativo del Regno e della dinastia sabauda. Ovviamente questo significava anche accettare che il processo unitario avvenisse sotto forma di estensione del dominio del Regno di Sardegna sul resto dell’Italia. Ma non poteva del resto che essere così, dal momento che il nuovo Stato nasceva prima che ci fosse una nazione. Nel citato convegno della Fondazione Donat-Cattin è stato Ernesto Galli della Loggia a sottolineare questo dato storico, ossia il fatto che in Italia prima si costituì lo Stato e poi si pensò a creare una nazione, per giunta contro il Romano Pontefice. Da qui nacquero i problemi evidenti che caratterizzarono poi la storia d’Italia tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo e che riguardarono i complessi rapporti tra lo Stato e la Chiesa.

Alessandro Parola

15 marzo 2011
 
 
 
     
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