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Oggi: la storia

Divorzio: 40 anni fa la legge 

1 dicembre 1970: la Camera approva la Fortuna-Baslini

Il divorzio è stato introdotto in Italia il 1° dicembre 1970. Alla fine della più lunga seduta della storia parlamentare, durata sei giorni e cinque ore, la Camera dei Deputati approvava in quella data la legge proposta da due laici, il socialista Loris Fortuna e il liberale Antonio Baslini.

Divorzio: 40 anni fa la leggeL’introduzione del divorzio nella legislazione italiana venne da subito definita come un evento storico. Il Paese cattolico, sede del papato, che andava contro il principio dell’indissolubilità del matrimonio: «una profonda offesa – disse papa Paolo VI – ad una norma morale fondamentale della concezione cristiana della vita». Una grave responsabilità sarebbe perciò ricaduta sulla Democrazia cristiana, il partito dei cattolici che governava insieme a socialisti e repubblicani. Ad agosto il primo ministro democristiano Mariano Rumor aveva rassegnato le dimissioni, dovendo fare i conti con gli alleati di governo e i partiti laici, tutti intransigenti rispetto al problema del divorzio. La Dc scelse di evitare lo scontro parlamentare e la guerra di religione. Emilio Colombo, successore di Rumor alla guida del governo, accettò l’esito finale con amarezza, ma con la convinzione, come scrisse su «Il Popolo», che la Dc aveva compiuto «un atto di sacrificio e saggezza in ragione della sua responsabilità verso il Paese, combattendo pienamente la sua battaglia, ma rinunciando a fare del contrasto sul divorzio un ostacolo insormontabile alla prosecuzione della collaborazione fra i partiti democratici». A fronte dei radicali cambiamenti sociali in atto, non si poteva pretendere di imporre ai non cattolici una norma dettata dalla legge. Né sarebbe stato sufficiente a risolvere la crisi della famiglia tradizionale l’impossibilità di divorziare.

Per questo una rivista vicina alla sinistra democristiana e refrattaria alle spinte integralistiche come «Settegiorni» titolò Divorzio senza crociate. E nell’editoriale del numero del 6 dicembre 1970, lucido e significativo per capire il clima dell’epoca, anticipava la linea di contrarietà alla strada del referendum abrogativo, che sarebbe stata invece invocata e poi imboccata da un gruppo di esponenti cattolici. Su quella scelta il mondo cattolico si divise, così come si accentuò il distacco tra chiesa e partito democristiano. Amintore Fanfani avrebbe poi spinto e coinvolto la Dc nella battaglia referendaria, che nel 1974 vide la sconfitta del fronte favorevole all’abrogazione e la rottura dell’unità politica tra i cattolici. Anche la rivista «Settegiorni», dopo lo shock destabilizzante del referendum, cessò le pubblicazioni.

Alessandro Parola

7 dicembre 2010

 
 
 
     
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