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I 40 anni dello Statuto dei Lavoratori
I 40 anni dello Statuto dei Lavoratori«La Costituzione entra nelle fabbriche», commentò il ministro Carlo Donat-Cattin
Era il 14 maggio del 1970, quando lo Statuto dei Lavoratori venne definitivamente approvato dal Parlamento italiano. A dicembre del 1969, in un clima segnato dall’autunno caldo, era arrivata l’approvazione del Senato. Pochi avrebbero immaginato che sei mesi dopo, a ridosso delle elezioni amministrative e in un periodo di scioperi e turbolenze, la Camera avrebbe dato il via libera a una legge su cui si discuteva da almeno un decennio.

Tutelare i lavoratori, andando ad affermare quali diritti e libertà essi detengono sul posto di lavoro, oltre ai doveri. Fu questo il principio primo che spinse i ministri del lavoro Giacomo Brodolini, prima, e il successore Carlo Donat-Cattin, poi, a insistere perché si arrivasse a una definizione di una legge in tal senso. Si trattò di una battaglia, per affermare un modo nuovo di intendere i lavoratori nella società: protagonisti, e non più sudditi; cittadini che partecipano alla costruzione della Repubblica, che la Costituzione fonda per l’appunto sul lavoro.

Non a caso Donat-Cattin commentò: «La Costituzione entra nelle fabbriche». Era convinto, in contrapposizione dialettica coi sindacati (che ritenevano la materia da risolvere tramite contrattazione) e con gli industriali (che temevano per l’esercizio dei poteri imprenditoriali), che la carta costituzionale dovesse regolare i posti di lavoro in modo più efficace.

Donat-Cattin riconobbe anche che, come legge, lo Statuto dei Lavoratori aveva dei limiti e che era stato pensato in funzione delle esigenze del tempo. Infatti auspicò fin da subito dei miglioramenti. E aiutò così a superare le incertezze dei gruppi parlamentari, che decisero di non ritardarne l’entrata in vigore. In generale allo Statuto si riconosceva la volontà di andare incontro alle esigenze dei lavoratori, nell’interesse della pace sociale.

È in questa cornice che si dovrebbe collocare oggi il significato storico di quella legge[1]. La Fondazione Donat-Cattin lo farà con un suo convegno, in programma a Torino il 21 maggio. Sarà l’occasione per una valutazione complessiva di quella norma principale del diritto del lavoro, ma anche per un esame della sua attualità e della eventuale necessità di una riforma.
 
Alessandro Parola
info@alessandroparola.it



[1] Si veda in tal senso anche l’articolo di A. Carioti, Quanti padri per uno statuto, in «Corriere della Sera», 13 maggio 2010, p. 41.


18 maggio 2010
 
 
 
     
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