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Immigrazione: risorsa o problema?

Il declino demografico nelle analisi politiche di Donat-Cattin negli anni ‘80

A fare i conti con il fenomeno dell’immigrazione non è solo l’Italia di oggi. Mai come in questo caso la storia insegna. Previsioni di demografi, studi di sociologi, analisi di politici hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro, nel corso degli anni.
Immigrazione: risorsa o problema?La rivoluzione demografica è forse il cambiamento sociale più evidente del secolo scorso. Prendiamo il caso del Piemonte: coi tassi di natalità degli ultimi decenni, Torino e la sua Regione avrebbe oggi solo il 56% degli abitanti attuali. E sarebbe un Piemonte vecchio, oltre che economicamente frenato. Il boom economico di mezzo secolo fa, legato in gran parte al successo della Fiat, fece conoscere l’immigrazione interna. E fu un fenomeno anche traumatico, ben raffigurato da certi famosi cartelli appesi alle case torinesi: «non si affitta a meridionali».
Carlo Donat-Cattin conobbe bene questa realtà. Ne fece esperienza diretta, prima da sindacalista e poi da parlamentare e ministro. In diverse occasioni ebbe modo di riflettere sul tema dell’immigrazione. Riconobbe senza tema di smentita che senza l’immigrazione l’intero Nord-Ovest avrebbe pagato un prezzo altissimo: un abitante su tre (invece che poco più di uno su quattro) sarebbe oggi ultrasessantenne, pesando come un macigno su ricchezza, efficienza e rete di garanzie sociali dell’area più ricca d’Italia.
Certo non negava che un’immigrazione massiccia e inaspettata come quella che per anni aveva quotidianamente colto di sorpresa l’Italia, andasse gestita. Nelle sue analisi prefigurava ciò che una politica responsabile dovrebbe fare: trasformare il problema in opportunità e risorsa. Nei convegni di Saint-Vincent si trovano cenni di come vivere gli anni futuri di grandi flussi migratori da sud a nord e da est a ovest. Secondo la sua visione, influenzata dalla sua profonda formazione cristiana, sarebbe stato necessario condividere maggiormente il benessere della società occidentale, tornando ad avere tutti stili di vita più sobri e meno egoistici.
Nel luglio 1988, da ministro della Sanità, si fece promotore di un’iniziativa che oggi risulterebbe perlomeno controcorrente. Immigrazione: risorsa o problema?Ed invece secondo Donat-Cattin era solo un dovere umanitario. Queste furono le parole utilizzate per spiegare il senso della sua scelta: «Ho presentato in Consiglio dei ministri un disegno di legge non soltanto per estendere il diritto all’assistenza ostetrica alle donne di colore provenienti dal terzo mondo, […], ma anche per estendere a tutti gli immigrati, clandestini e non, l’assistenza prestata dal servizio sanitario nazionale. L’obiezione in ragione della quale tale assistenza non è stata ancora attivata è che costerebbe 400 miliardi. Per me questa non è un’obiezione valida, perché l’assistenza è dovuta a qualsiasi uomo o donna si presenti nel nostro territorio in condizioni precarie di salute». Questa citazione è tratta da un articolo di Franco Foschi per la rivista Terza fase del 1991, il cui numero monografico fu dedicato alla memoria di Carlo Donat-Cattin. È possibile leggere l’intero intervento, selezionato dalla raccolta della rivista conservata negli archivi della Fondazione Donat-Cattin, cliccando qui.

Alessandro Parola

info@alessandroparola.it

16 giugno 2009

 
 
 
     
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