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Sicurezza per chi viaggia e per chi lavora

La tragedia di Viareggio evoca antiche discussioni italiane

Il treno merci che trasportava GPL deragliato il 29 giugno a Viareggio ha provocato una nuova strage italiana. Oltre alle 26 persone morte, vi sono stati diversi feriti gravi, con ustioni su gran parte del corpo.Sicurezza per chi viaggia e per chi lavora Ha colpito, in particolare, che questa volta non si sia più potuto parlare di tragica fatalità. Il cedimento strutturale di un asse del carrello del primo carro deragliato ha riportato al centro dell’attenzione il problema degli investimenti in sicurezza e controlli effettuati negli ultimi anni nel nostro Paese. Eppure le tante denunce sulla manutenzione delle reti ferroviarie, specialmente dopo l’incidente di Crevalcore in cui 4 anni fa ci furono 17 vittime, erano state altrettanti campanelli d’allarme: se si spendono solo risorse per l’alta velocità, è normale che il resto delle ferrovie diano problemi di tenuta da usura. È assurda la scelta di trascurare la gestione del servizio merci e di quello passeggeri per i treni locali a breve e media percorrenza.
Ma c’è anche un problema di concezione della sicurezza sul lavoro. Siccome non dà direttamente profitti, è la prima cosa a esser tagliata. Specie in tempi di crisi. La tragedia ferroviaria di Viareggio stride se paragonata a quanto si discuteva precisamente 40 anni fa, nell’estate 1969: il Paese stava cercando di promuovere una legge per tutelare i diritti dei lavoratori e tra le prove di modernità e maturità della coscienza civile poneva proprio il distintivo della sicurezza. Il 20 giugno 1969 il ministro del lavoro Giacomo Brodolini portava in consiglio dei ministri il disegno di legge riguardante lo Statuto dei lavoratori. Dignità, libertà e sicurezza furono i principi fondamentali su cui le forze politiche e sindacali trovarono la mediazione di un accordo. Toccherà poi a Carlo Donat-Cattin, subentrato a Brodolini prematuramente scomparso, condurre il provvedimento nell’iter parlamentare che meno di un anno dopo porterà all’approvazione definitiva della legge.
Per fare memoria delle riflessioni compiute a margine di quella proposta legislativa, anche come auspicio perché incidenti come quello di Viareggio non si ripetano più, proponiamo qui la lettura della prima stesura del testo dello Statuto dei lavoratori, di cui ricorrono i 40 anni dal primo licenziamento. Si tratta di uno dei tanti documenti conservati nell’archivio centrale dello Stato di Roma, nella sezione relativa all’archivio del ministero del lavoro. Una significativa parte di questo fondo è stato acquisito in copia digitalizzata dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin.

Alessandro Parola

info@alessandroparola.it

14 luglio 2009

 
 
 
     
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