Home arrow Punti di vista arrow Bruno Bozzetto si racconta
Bruno Bozzetto si racconta

Bruno Bozzetto Da molto tempo non mi sedevo più a conversare con calma con qualcuno. Bruno Bozzetto mi ha regalato un pomeriggio insolito, molto speciale. Ho scoperto un uomo appassionato e un oratore coinvolgente che, con i suoi racconti, mi ha portato nel suo mondo, nelle sue storie. L’ideatore del sig. Rossi non vuole essere confuso con i disegnatori, lui fa parte della famiglia del cinema. Si definisce soggettista, “prima di tutto viene la storia” mi dice più volte, “inventare la storia è la parte più difficile ma più bella”.  Se pensa ad Hemingway che, seduto in un bar di Parigi, in mezzo alla folla, scriveva dei romanzi che leggeva tutto il mondo, non riesce a trattenere la sua ammirazione e, forse, anche un po’ d’invidia. “Per me il bello è scrivere, inventare. Ciò che segue è solo una conseguenza”. Nel momento in cui idea una storia, Bozzetto, si sente come Spielberg. “All’inizio siamo uguali poi tutto cambia. Lui ha tanti soldi, io devo scrivere storie che si possano realizzare con pochi mezzi. Ѐ necessario raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo”.
Il maestro trasmette entusiasmo e, con grande generosità, mi fa partecipe della sua lunga avventura iniziata a soli 22 anni con la Bruno Bozzetto Film. Grande passione e un padre che lo ha sempre sostenuto e aiutato. “Questo non vuol dire però che non abbia dovuto lavorare sodo”.
All’inizio, incerto sul suo futuro, domanda consiglio a Pagot (l’ideatore di Calimero) che gli suggerisce di non lavorare in quell’ambiente.
I lavori del giovane regista vengono richiesti, comincia a vincere premi e arriva fino a Cannes dove viene scoperto, per caso, da Pietro Bianchi, uno tra i più grandi critici cinematografici di allora, che titola il suo articolo: “Bozzetto meglio della Loren”.
Il suo nome, a caratteri cubitali, su un quotidiano importante (Il Giorno), lo porta immediatamente al successo. “Questi sono colpi di fortuna che non si possono creare. Devo ammettere che la buona sorte è stata un elemento fondamentale nella mia vita e io ne ho avuta tanta nel mio lavoro”.
Facciamo un salto nel tempo.

1990 Orso d’Oro a Berlino, ci racconta l’emozione di quel giorno?
Non sono andato a ritirare il premio perché me lo hanno detto la mattina stessa. Ho mandato un amico che era lì. La cosa più bella è stata una lettera che ho ricevuto da Roberto Benigni. Pare che il pubblico abbia applaudito più a lungo della durata del film e si sia “scompisciato dalle risate”. Ripensandoci mi diverto ancora oggi.

1991 nomination all’Oscar.
Ricevere un attestato da gente che non fa solo cartoni animati mi riempie di orgoglio. Per me il cinema è montaggio, sonoro, musica, ritmo, movimento, recitazione. Pensi che iI film che ha vinto l’Orso d’Oro e quello che ha avuto la nomination non sono stati neanche accettati nei festival di cartoni animati. Perché? Perché io faccio un disegno pulito, misero dove la storia è protagonista. Io faccio film, il mio è cinema d’animazione, non un fumetto. Uno è vita, movimento, l’altro è fermo.

Eppure la definiscono il più grande disegnatore italiano.
Io non sono un disegnatore, non so neanche disegnare. Io faccio pupazzetti. Il disegno non mi interessa, per me è importante il cinema.

“Bruno the Great” e la Walt Disney.
La Disney per me è una tappa importante, io sono cresciuto guardando i loro cartoni: Bamby, Pinocchio,“Bruno the Great” Biancaneve. Sono lusingato di collaborare con loro.
Ho trovato dei veri professionisti. La troupe ha seguito con grande interesse il mio lavoro ed è stato bello confrontarsi anche durante la lavorazione.

Come nasce “Bruno the Great”?
Il titolo originale era “Hero and not”. Volevamo prendere gli eroi del cinema come Zorro, Tarzan e contrapporre loro un poveraccio, impacciato, che non riesce a fare nulla bene. Poi discutendo con la Disney abbiamo fatto delle modifiche, prima fra tutte il titolo. “Hero and not” in America non aveva il significato che ha per noi, non funzionava, per cui mi hanno proposto “Bruno the Great”.

Italia madre o matrigna?
Il mio paese non mi ha considerato per lungo tempo. Lavoravo solo grazie alla pubblicità. I film che facevo li portavo ai festival stranieri dove potevo venderli. I miei prodotti, non avendo parlato, potevano essere compresi da qualsiasi pubblico.
L’Italia mi ha chiuso le porte, penso che sia  - come diceva Montanelli - il paese delle seconde visioni. “Allegro non troppo” il lungometraggio più riuscito, anche da un punto di vista commerciale, è uscito da noi solo dopo il successo avuto negli Stati Uniti.

Rimpianti?
Il rimpianto maggiore è non esser nato in America, avrei fatto 20 film in più. Ad essere sincero però devo dire che mi è anche piaciuto questo modo di lavorare così artigianale, umano e divertente. Avrò anche lavorato di meno ma ho avuto accanto delle persone fantastiche. Dal punto di vista professionale ho dei rimpianti, da quello umano no.

Bruno Bozzetto e Barbara Donat-CattinInternet e nuove tecnologie.
Un cambiamento negativo per i rapporti umani, positivo per tutto il resto. In certe cose abbiamo guadagnato tantissimo, penso al mio lavoro. Con il computer si fa un’animazione, la si vede e si può correggere in tempo reale. Una volta si aspettavano 10 giorni per vedere una scena ed era difficile fare le correzioni.
La tecnologia aiuta ma ha tolto i momenti di riflessione. Oggi stiamo diventando velocissimi superficiali incapaci di fare una pausa e pensare.

Educare oggi.
Rispondo con una frase di Piero Angela: il bambino è come una partita a scacchi. Le prime mosse sembrano stupide perché si muovono 4 pedine ma condizionano tutta la partita. In questo pensiero c’è una grande verità. Quelle 4 mosse, che si fanno quasi a istinto, sono determinanti.
I primi passi il bambino li muove in famiglia dunque la famiglia è fondamentale per l’educazione.

Televisione “cattiva maestra”?
Direi cattiva maestra. La televisione non può essere schiava degli indici d’ascolto. Lo trovo un metodo deleterio per gli adulti, figuriamoci per i bambini.


Barbara Donat-Cattin

Guarda il video con l'estratto dell'intervista

Link al sito ufficiale di Bruno Bozzetto

21 aprile 2009

 
 
 
     
Rubriche
IL PUNTO
Punti di vista
Uno per molti
Giovani e Lavoro
Oggi: la storia
HOME PAGE
Comitato Editoriale
Promotore
Newsletter
Privacy policy
Testata online bisettimanale registrata presso il Tribunale di Torino con il numero 55 del 9 luglio 2008
webmaster: Alessandro Serena