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Ernesto Olivero: impariamo ad ascoltare i giovani

Conosco Ernesto Olivero da molti anni eppure ogni volta che lo incontro ha un progetto nuovo di cui parlare. Oggi è impegnato nell’organizzazione del 3° appuntamento mondiale dei giovani per la pace: Squarciamo il buio. Quest’incontro ha una particolarità perché i grandi della terra sono invitati non per essere protagonisti - “sarebbe troppo ovvio” - ma per confrontarsi, per sentire le richieste e per dare delle risposte. La gioventù ha bisogno di attenzione e non dei “modelli schiaccianti” che gli adulti propongono.

Ernesto Olivero“Dobbiamo chiedere scusa ai giovani” perché non li consideriamo anche se ce ne sono tanti “davvero in gamba”. Tutto il mondo di Olivero orbita intorno ai ragazzi perché “sono la vera novità”.  I ragazzi sono una ricchezza ed è da loro che questa società deve ripartire, è da loro che si deve imparare. I veri colpevoli sono, spesso, i genitori che si sottraggono al ruolo di educatore perché è troppo difficile e molto scomodo. I figli si educano con l’esempio e se questo viene a mancare allora non ci sono le basi per “costruire” persone motivate, individui responsabili. La vera colpa del mondo degli adulti è non ascoltare.

Viviamo in un’Italia in cui nulla sembra avere un senso, la corruzione fa da padrona e qualsiasi cosa appare inutile. Non è così al Sermig. L’Arsenale della Pace è un microcosmo in cui c’è spazio per tutti, una realtà dove, ogni giorno, si parla e ci si confronta. Si guarda al domani ma si ricorda anche il passato perché ci sono persone che, anche se scomparse, restano un riferimento importante. Olivero ha conosciuto  “grandi” personaggi ma preferisce parlarci di chi è sconosciuto ai molti ma ha lasciato qualcosa di unico alla collettività come ad esempio un vescovo brasiliano: Don Luciano Mendes De Almeida (Rio de Janeiro, 5 ottobre 1930 – San Paolo, 27 agosto 2006). “Un nuovo Francesco, con la testa di Platone. Un gigante del sapere, con una saggezza enorme” che scelse la povertà.

Non c’è occasione in cui non mi parli di Carlo Donat- Cattin, delle loro discussioni e, soprattutto, del suo modo di essere: diretto, concreto e al servizio degli altri.

Prima di salutarci Olivero vuole ancora sottolineare che verso i ragazzi ha un debito di gratitudine. “Io non tradirò mai i giovani. Il merito di quello che è avvenuto è loro perché hanno accettato le parole che dicevo, sentendole vere, e sono diventati protagonisti”.

Barbara Donat-Cattin

9 marzo 2010

Guarda il video con l'estratto dell'intervista
www.sermig.org

 
 
 
     
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