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Punti di vista

Giovani adulti e libri

Recentemente la Las Vegas edizioni ha inaugurato con “Alex fa due passi” una nuova collana dedicata ai giovani adulti: “Las Cerezitas”.
Comincio col dire che oggi come oggi ha un solo titolo e non perché non ci sia stata la volontà di pubblicare altri libri, ma perché non ci sono arrivati altri manoscritti validi o comunque che corrispondessero alla nostra idea di narrativa per giovani adulti. Christian Mascheroni
Che cos’è la narrativa per giovani adulti? Come si può inscatolare i gusti di ragazzi di tredici anni con quelli che ne hanno diciotto? Io credo che non si possa, ma ci sono secondo me delle caratteristiche che li accomunano. La narrativa YA in genere parla di adolescenti, della loro strada per crescere ,delle loro paure e delle loro passioni. Le chiavi per affrontare questo genere possono essere infinite. Sono altrettante quelle che possono farlo diventare un genere stereotipato e di poco valore. Credo che per evitare che accada si debba pensare all’atteggiamento degli adulti verso gli adolescenti.
Penso che tanto per cominciare a nessun giovane adulto piaccia essere trattato con sufficienza e compassione: essere adolescenti non significa essere stupidi o incapaci e l’editoria in Italia dovrebbe smetterla di trattarli come tali.
Christian Mascheroni, autore di “Alex fa due passi” e della trasmissione “Ti racconto un libri” insieme a Marta Perego, ha affermato in una presentazione che i ragazzi non badano alla fama dell’autore o al titolo, bensì a quanto una storia riesca a emozionarli. E secondo me è un vantaggio perché spesso, troppo spesso ci si affida al fatto che non è il prodotto (e tutto ciò che sta intorno alla sponsorizzazione del prodotto) ad adeguarsi al pubblico ma il pubblico a doversi adeguare al prodotto. È comodo, ma per un ragazzo secondo me è sminuente e genera spesso un sentimento di inadeguatezza (forse se non apprezzo quel titolo che piace a tutti è perché sono stupido), stessa cosa se il titolo invece è una scoperta autonoma (se nessuno lo apprezza forse i miei gusti sono sbagliati).
Io credo che “Alex fa due passi”, al di là del fatto che piaccia o non piaccia, rispetti l’idea dell’autore e sia svincolato da qualsiasi logica basata sul target. La storia è quella di un qualsiasi impiegato, Alex, che alza la testa e vede che fuori nevica in una città dove da tempo non succedeva una cosa simile. Così Alex decide di fare una passeggiata e per la città che credeva di conoscere incontrerà una serie di personaggi fantastici che gli cambieranno la vita. Può essere considerato un romanzo di formazione, ma in effetti il protagonista non è propriamente un adolescente. Non ci sono passioni sconvolgenti, vampiri, ragazzi che scorrazzano in moto. C’è Alex e tutto un mondo di personaggi ai margini della società. I loro problemi sono reali: un figlio che aspetta un padre su una panchina da chissà quanto tempo, una coppia che deve vivere in una cabina telefonica, una sarta obbligata a mangiarsi i vestiti perché non riesce più a lavorare. Il fantastico qui non è pretesto e neanche una patina da grattar via. È parte integrante della storia, quasi un personaggio a se stante: la magia fa parte della città.
La illustrazioni sparse per il libro sono l’emanazione di questa magia e credo che siano parte integrante della storia. Vi invito a osservarle bene perché sono piene di dettagli che Marica Andreello ha reso sapientemente.
Tutti quelli che hanno contribuito a questo libro hanno ragionato non secondo quello che fa moda per gli adolescenti ma a cosa piaceva a noi, a cosa poteva conquistarci, colpirci, segnarci. Questo è il risultato: se è buono o cattivo, tocca ai lettori deciderlo.   

Carlotta Borasio    

14 dicembre 2010

Recensione “Alex fa due passi”

 
 
 
     
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