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L’uomo artefice del suo ambiente di Guido Bertolaso

In un momento in cui le immagini dei danni del maltempo e gli strascichi dell’emergenza rifiuti in Campania sono protagonisti quasi indiscussi di telegiornali e quotidiani, la necessità di ripensare il rapporto tra uomo e ambiente è quanto mai attuale.

L’uomo artefice del suo ambienteEppure, non si può certo dire che quella del rapporto tra società e territorio sia una storia recente. Tutt’altro. Da sempre, individui e comunità hanno cercato un equilibrio con la natura in cui vivono, sfruttando le sue risorse e confrontandosi con i suoi rischi. La storia degli insediamenti umani, dagli antichi Egizi alle comunità monastiche del Medio Evo, non è che una serie di tentativi per stabilire un rapporto armonioso con il proprio territorio.

A partire dalla Rivoluzione Industriale, la crescente fiducia nel progresso tecnologico e la conseguente illusione di onnipotenza hanno portato alla rottura di questo equilibrio. La natura, allora, inizia ad essere percepita come una fonte inesauribile di materie prime, da assoggettare ai propri bisogni, sacrificando qualsiasi esigenza di tutela ambientale e di corretta gestione del territorio sull’altare della “valorizzazione economica”. È facile capire come tale scelta non sia priva di conseguenze.

Il declino dell’agricoltura, con il conseguente spopolamento delle campagne, porta alla perdita della conoscenza del territorio in cui si vive, fatta di esperienze pregresse e tradizioni tramandate che per secoli avevano permesso agli uomini di convivere con gli eventi naturali, anche di tipo catastrofico. D’altro canto, il prevalere del settore industriale e l’urbanizzazione ad ogni costo, basati sullo sfruttamento intensivo del territorio senza prenderne in adeguata considerazione caratteristiche e rischi, fanno sì che i danni provocati dalle catastrofi naturali crescano in maniera esponenziale, aggravando le responsabilità dell’uomo.

In seguito a disastri come quello del terremoto dell’Irpinia del 1980, che mostrano chiaramente la grave inadeguatezza del sistema di soccorsi nel nostro Paese, nasce il Dipartimento della Protezione Civile, con l’obiettivo di assicurare, in caso di emergenza, una risposta immediata e coordinata su tutto il territorio nazionale.

Nel corso del tempo, a ciò va ad aggiungersi la presa di coscienza della necessità di prevenzione e previsione dei rischi naturali e antropici, attività particolarmente necessaria in un Paese come l’Italia, soggetto da sempre a numerose e differenziate tipologie di eventi catastrofici. È questa la mission del Servizio Nazionale di Protezione Civile, un sistema in grado di coordinare e creare sinergie tra tutte le strutture, attività e risorse messe in campo dallo Stato per tutelare, in tempo reale, i cittadini e i beni colpiti o minacciati da una catastrofe.
Tuttavia, una corretta gestione del territorio non comprende solo la capacità di fronteggiare al meglio le emergenze, prevenendole quando possibile, ma necessita anche di un’azione quotidiana da parte delle amministrazioni ordinarie, prime fra tutte quelle locali, e dei cittadini. La tutela dell’ambiente è dunque responsabilità di ciascuno di noi, e in particolare delle nuove generazioni. Lo studio del territorio, l’azione di sensibilizzazione nei confronti di opinione pubblica, amministrazioni e governi, e la partecipazione all’attività politica sono tutte strade percorribili per riconquistare l’equilibrio perduto con la natura.

È solo attraverso la presa di coscienza della capacità, che una società informata ha, non solo di adottare comportamenti sostenibili, ma anche e soprattutto di influenzare le scelte politiche, che l’attuale dicotomia tra uomo e ambiente potrà essere finalmente risolta.

C’è spazio per l’impegno di tutti, in tante forme ed in modi diversi, per “fare” concretamente ad avere un ruolo per difendere i territori che abitiamo e quanti con essi vivono negli stessi spazi. La decisione da prendere, quella fondamentale, è una: decidere di essere protagonisti, oppure essere spettatori, commentatori inutili e critici sterili di ciò che accade senza mai vedersi presenti in prima persona. Mi auguro e vi auguro di scegliere la prima opzione, per ritrovare il gusto di agire in nome di un interesse condiviso con la comunità in mezzo a cui vivete.

La nostra società non migliorerà, senza di voi.

Guido Bertolaso

10 marzo 2009

Link a: Concorso Saint Vincent Giovani
Link a: intervento di Guido Bertolaso del 17 ottobre 2008

 
 
     
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