Polo del 900 e futuro della Fondazione Donat-Cattin
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8 Luglio 2015

 

Carlo Donat-Cattin ci lasciava il 17 marzo 1991 e poco più di un anno dopo, per iniziativa della famiglia e di un gruppo di amici, nasceva la Fondazione. Ventitré anni di impegno e di presenza culturale e scientifica a Torino e in Italia. Fin dal 1998 la Fondazione e' stata giuridicamente riconosciuta con decreto ministeriale: l'Archivio, per il notevole interesse storico, e la Biblioteca sono diventati punto di riferimento e di studio per storici e ricercatori.
Convegni, seminari, dibattiti hanno segnato il percorso della Fondazione con un interesse rivolto prevalentemente ai temi sociali e al mondo cattolico, senza barriere e integralismi. Particolare attenzione è stata dedicata al mondo giovanile con gli appuntamenti di Saint Vincent dove sono confluiti studenti dell'ultimo anno dei licei, provenienti da scuole di tutta Italia.
Oggi siamo alla vigilia di un trasferimento di sede, all'abbandono dello storico Palazzo Scaglia di Verrua, parte integrante della nostra storia, per associarci al Polo del 900 promosso dalla Compagnia di San Paolo. Un polo con sede nei Palazzi juvarriani di corso Valdocco dove collocheremo l'Archivio e la Biblioteca, insieme  con la nostra segreteria.
La presentazione del Polo del 900 è già avvenuta da parte della Compagnia di San Paolo, a cui dobbiamo essere grati perché con un ingente sforzo finanziario e manageriale offre una prospettiva di continuità a 12 fondazioni e Istituti che rappresentano i filoni culturali e politici che hanno segnato la storia di Torino nel secolo scorso. Un'operazione che guarda al futuro consegnando alle giovani generazioni un patrimonio di memoria e gli strumenti per operare nella società' dell'informazione.
Questo è lo spirito con cui abbiamo aderito al Polo del 900, con la consapevolezza e la volontà di mantenere la nostra identità insieme ad una completa autonomia culturale. L'omologazione non fa parte della nostra storia così come il cedere al conformismo. Di questo vogliamo anche rassicurare chi ha continuato a sostenerci ed anche qualche autorevole intellettuale, come il professor Quaglieni del Centro Pannunzio: la nostra Fondazione resta legata alle sue radici e non si presterà mai ad essere "foglia di fico" di qualsiasi operazione politica.
Carlo Donat-Cattin ha lasciato una traccia profonda nella storia d'Italia, come ministro, politico, sindacalista e intellettuale che si è battuto sempre con la forza delle idee e per la promozione della persona. La Fondazione ne custodisce la memoria non per tradirne il pensiero ma per rilanciare nel XXI secolo i valori di una cultura che ha ancora molto da esprimere e da trasmettere con il coraggio delle idee.

 
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