di Erika Pauselli - 28 settembre 2013
Settant'anni fa, il disfacimento dello Stato e delle sue strutture, la fuga dalle responsabilità individuali e collettive portava da un canto alla fine del regime fascista, dall'altro alla divisione del paese. Una divisione solo occasionalmente geografica: in realtà passava per le coscienze e per il coraggio dei singoli.
L'8 settembre 1943 è commemorato in vari modi e con varie testimonianze in queste settimane nelle quali il paese appare diviso forse più di allora dal momento che le ragioni del contendere appaiono meno vitali, talora futili, mentre sembrano alla mano, solo che lo si voglia, gli antidoti per rilanciare la cosa pubblica.
Riflettere sulle cose del passato aiuta a comprendere le difficoltà di oggi, e forse anche le cause che le hanno determinate. Un bel libro di Gianni Oliva, edito da Mondadori, fa capire, anche contro chi ha descritto l'8 settembre come “morte della Patria”, tante pecche del sistema Italia.
La fondazione Donat-Cattin invita ad una riflessione sull'argomento, il prossimo 7 ottobre alle 17 e 30. Nei locali della fondazione sarà presentato il volume del professor Oliva (L'Italia del silenzio. 8 settembre 1943) con la partecipazione del presidente dell'Istituto storico della resistenza di Torino, il professor Claudio Dellavalle, e dello storico Bartolo Gariglio, ordinario di Storia alla facoltà di Scienze politiche di Torino.
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