7 Aprile 2015
Tante iniziative, ricordi, approfondimenti storici all'avvicinarsi del 25 maggio e del centesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nelle prima guerra mondiale.
La fondazione Donat-Cattin proporrà il 9 maggio alle 9,30 una riflessione sul ruolo dei cattolici dell'epoca, divisi tra la speranza di pace che si manifestava nel neutralismo e la volontà interventista di quanti credevano così di accreditare i credenti nella storia del risorgimento. Sarà un incontro con la partecipazione tra gli altri del ministro della difesa Roberta Pinotti che culminerà con una serie di 3 lezioni brevi affidate a storici tra i massimi del movimento cattolico (Francesco Malgeri, Francesco Traniello e Bartolo Gariglio).
L'Istituto Salvemini, che come la nostra fondazione è partner del Polo del 900, ha programmato una serie di appuntamenti nel mese di aprile che vengono a far parte di un ciclo intitolato “La libertà inquieta”. Tre incontri in forma di dialogo tra Claudio Vercelli e Marco Brunazzi. Il primo, “Il «radioso maggio» e le trincee crepuscolari” si svolge mercoledì 8 aprile alle 18 al Museo Diffuso della Resistenza, in Corso Valdocco 4/a Torino. E' una riflessione sull’interventismo, democratico e nazionalista, sulle aspettative italiane, ma anche degli altri belligeranti. La guerra, presentata dalla propaganda come “liberazione” dalle servitù di un’Europa oramai ripiegata su di sé, si sarebbe presto rivelata nella sua tragica natura di evento catastrofico, destinato a distruggere un’intera generazione.
Gli altri due appuntamenti riguarderanno invece la lotta al fascismo: Mercoledì 15 aprile con “Oltre la «bella morte», a cercare la primavera della libertà” si parlerà della contrapposizione tra la mitografia declinante del neofascismo repubblicano, basata sull’esaltazione della morte come prova di virilismo, e la Resistenza che contrappose l’idea della vita come conquista della libertà. Mercoledì 30 aprile si tratterà del “lungo cammino delle donne verso la conquista della libertà” che vedrà impegnata con Vercelli e Brunazzi anche Donatella Sasso. Nella rigida impostazione della società fascista il ruolo tradizionale della donna diventa ruolo sociale per eccellenza. L’inquadramento nelle file delle Giovani italiane non prefigura però una partecipazione pubblica, ma è rappresentazione di un ordine rigido. È con la Resistenza e i movimenti politici femminili che finalmente si apre la lunga strada verso la conquista dei diritti e delle libertà, passando attraverso la concessione del diritto di voto. (www.istitutosalvemini.it )
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