Ballottaggi, il Pd sfiora il pieno. Ma perde alcune roccaforti
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di Dario Lindi

10 Giugno 2014

Il secondo turno di amministrative, alleggerito dalle implicazioni politiche legate al voto svolto contemporaneamente alle europee, ha confermato in grande misura l'"effetto Renzi" che il Pd auspicava, ma ha introdotto alcune varianti che hanno finito per eccitare la fantasia dei cronisti politici.

Sono eccezioni che in buona sostanza si chiamano Padova, Perugia e Livorno. In ciascuna delle tre località la giunta uscente, formata dal Pd e dai suoi alleati è stata sconfitta da candidati dei diversi schieramenti alternativi: Lega Nord, Forza Italia e 5stelle.

Il primo caso è quello che fa meno testo: lo scandalo di Venezia deve aver avuto qualche ruolo nel ritorno del consenso padovano nell'ambito della Lega rimasta fuori dalla vicenda del Mose. C'erano poi anche alcune ragioni locali per spingere gli elettori a sanzionare la svolta.

Più interessante ciò che è accaduto negli altri due capoluoghi di provincia. Livorno non aveva mai lasciato l'amministrazione in mani diverse dal Partito comunista prima e dal centro sinistra poi. Il movimento 5 stelle ha saputo raccogliere il consenso della sinistra più estrema in terra di Toscana, ma probabilmente anche qualcuno raccolto nel centro destra, voti di persone contrarie ai padroni politici di sempre. L'aria del “cambiamento a tutti i costi” che ha travolto i moderati ha soffiato in quel caso contro il Pd.

Analogo e ancor più sorprendente il caso di Perugia, dove a vincere in una città per tradizione ostile è stato proprio il centro destra che è invece calato vistosamente ovunque nel resto d'Italia.

Ora due sono i commenti del caso: c'è chi parla di repentina ripresa di 5 stelle (e Grillo ha sbandierato questa interpretazione); c'è chi parla di una sconfitta di candidati del Pd provenienti dall'area del vecchio Pc. Non è del tutto vera né la prima né la seconda interpretazione.

Il movimento 5 stelle quindici giorni fa non aveva subito quella bruciante sconfitta che tutti gli avevano attribuito: il 20 per cento dei voti era stato comunque un risultato di tutto rispetto e qualche candidatura azzeccata ha consentito a quello schieramento di ottenere successi importanti (con Livorno c'è Civitavecchia e c'è Bagheria, altri due centri con più di 50 mila abitanti).

Resta però il fatto che il partito di Renzi anche in questa tornata ha continuato a ottenere successi nel resto d'Italia dove l'onda lunga del presidente del consiglio per ora prosegue.

Al contrario di ciò che accade al centro destra che in mancanza di nuovi leader credibili, in grado di recuperare il consenso moderato, rischia di evaporare lasciando al nuovo corso del Pd il ruolo del vero partito di centro. Con i limiti e i vantaggi del caso.

 
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