Giovanni Bersani, grande protagonista del cattolicesimo sociale
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di Alessandro Parola

15 Gennaio 2015

È mancato la vigilia di Natale nella sua casa bolognese Giovanni Bersani, a lungo deputato e in un'occasione, nel 1976, anche senatore nel collegio di Cuneo. Lo scorso 22 luglio aveva tagliato il traguardo dei cent'anni d'età. Esponente di spicco del gruppo democristiano denominato prima Rinnovamento e poi Forze Nuove, aveva contribuito a far nascere le Acli e il Movimento Cristiano Lavoratori. Protagonista del movimento sindacale cattolico nel dopoguerra. Era tra i pochissimi esponenti che presero la decisione di far nascere il sindacato libero dopo l'espulsione dalla Cgil dei cattolici che si erano opposti allo sciopero generale proclamato dopo l'attentato a Togliattui. Fu per lui naturale collocarsi, nel partito di ispirazione cristiana, con quanti avevano maggiormente a cuore la rappresentanza e l'inclusione sociale delle classi lavoratrici.
Il mondo politico più attento ha giustamente ricordato lo stile d'altri tempi di Giovanni Bersani. Lontano dalle schermaglie che hanno caratterizzato il mezzo secolo di storia della Democrazia cristiana, egli si concentrò piuttosto su come portare concretamente la dottrina sociale della Chiesa nell'organizzazione della società. Fu per questo grande amico e ammiratore negli anni '50 di due milanesi oggi in fama di santità: l'arcivescovo Giovanni Battista Montini, eletto papa nel 1963, e il laico consacrato Giuseppe Lazzati.
Dal suo impegno politico e sociale è nata una fondazione, a lui intitolata, che si occupa di cooperazione allo sviluppo nei Paese dell'Africa subsahariana, balcanici e dell'America latina. Anche quest'attività testimonia l'ampiezza di orizzonti che ha contraddistinto la vita di Giovanni Bersani e la sua autentica politica di servizio.

 
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