di Giorgio Aimetti
24 Dicembre 2014
Nonostante tutto, il buon Natale dei grandi vecchi (da Papa Francesco al presidente Napolitano) sembra intriso più che di rassegnazione, di una forte speranza nel futuro.
L'uno che guarda alla Chiesa che deve cambiare malgrado i suoi peccati, che, a dispetto di tanti commentatori laici, sono i peccati di una società secolare manifestati fin dall'inizio del suo cammino (le invidie reciproche sorte fra i dodici apostoli, l'attenzione per le ricchezze e il tradimento di uno di essi, la paura di altri, l'incomprensione della missione che si preparava loro). L'altro che al termine del suo mandato centra l'attenzione sulla chiave del sistema democratico fatto di equilibrio dei poteri (sarebbe bene parlare di riequilibrio date le circostanze), e di risanamento morale.
E' curioso, ma anche emblematico, che una società in grave crisi (i dati demoscopici parlano addirittura di agonia) sia spinta ad affidarsi a persone anziane per ritrovare la forza necessaria per rinascere, ritrovare la voglia di confrontarsi sull'etica (perché anche il confronto fra politica e magistratura è tema morale) e ridare slancio e contenuti ad un mondo che nonostante le previsioni ottimistiche di taluno continua inesorabilmente a segnare il meno davanti a tutti gli indicatori.
Passeremo le feste in tono minore con la coscienza che gli eventi anche politici in corso d'opera rappresentano lo stimolo per ricostruire. Le tendenze all'accentramento (ultima, la mazzata che colpirà le province e i loro dipendenti) imporrà disagi e tempi lunghi per correggere la tendenza politica che sembra sempre più lasciare da parte i cittadini comuni a vantaggio di elites (quelle tecniche soprattutto) che hanno già fallito tante volte.
La battaglia per i diritti (a cominciare da quelli dei lavoratori) impone fantasia e coraggio per recuperare posizioni che si credevano acquisite e che invece, con il mutare dei tempi e delle circostanze, ci accorgiamo essere pericolanti se non già cadute.
C'è spazio per riflettere e per combattere, c'è spazio per studiosi e per uomini che invece hanno a voglia del fare. C'è bisogno di riflessione ed umiltà. Sono gli auguri per il nuovo anno e per un Natale di speranza.
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