La scomparsa di Riccardo Coppo, il sindaco di Casale nei tempi più duri
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di Gianfranco Morgando

3 dicembre 2014

Riccardo Coppo era un amico della Fondazione, perché aveva a cuore il ruolo dei cattolici democratici nella vicenda storica del nostro paese. Lo aveva a cuore perché si sentiva fortemente inserito in questo percorso, perché era la “parte” in cui continuava a militare; ma anche perché ne vedeva l’importanza oggettiva per il paese e si preoccupava che la memoria storica non venisse dispersa. Per questo lo vogliamo ricordare: non è soltanto l’omaggio ad una persona, ma un modo per ripercorrere un filone culturale e politico, uno stile nella militanza, una modalità di rapporto con città e territori.

Una grande folla ha accompagnato nel Duomo di Casale Monferrato le esequie. I Sindaci con la fascia tricolore, gli Alpini, i labari delle associazioni, il Vescovo, e tanta gente comune. Una partecipazione che ha detto molto sulla figura di Riccardo Coppo: un uomo della sua città e del Monferrato, che ha dedicato la vita ad amministrare la cosa pubblica con competenza e passione umana e politica. La competenza e la passione sono anche le cose che ricordo di lui con maggiore nettezza: aveva le idee chiare sui problemi di Casale e su quelli del Piemonte, ma il suo approccio aveva sempre al centro i bisogni delle persone e un prorompente coinvolgimento emotivo e oserei dire “spirituale”. Applicava pienamente l’idea della politica come forma alta della carità, secondo l’indimenticato insegnamento di Paolo VI.

L’esperienza di Riccardo Coppo è stata grande, ma non si è trattato di una esperienza solitaria. E’ sempre stato il punto di riferimento di un gruppo, il leader di un’azione collettiva. Sapeva motivare e guidare: quando faceva il Sindaco di Casale e quando si occupava del Partito, prima della Democrazia Cristiana e poi del Partito Popolare. Quando si occupava dell’Associazione dei Comuni del Monferrato e quando partecipava alla vita ecclesiale. A Casale, come in altre belle realtà della provincia italiana, gli anni del Concilio hanno formato una classe dirigente cattolica di alto valore, che viveva un intensa esperienza ecclesiale, guidava l’amministrazione locale e dava un nuovo indirizzo al Partito di ispirazione cristiana. Gli amici di Coppo sono stati questo. Ritornare sulla sua figura, studiarla meglio, farla conoscere non sarà soltanto l’omaggio ad un amico, ma darà un contributo a scrivere un pezzo di storia del nostro paese.

 

 
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