Italia: numero record di coloro che non cercano lavoro
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di Dario Lindi - 20 gennaio 2014

Sempre più rosso in Italia l'allarme dal mondo del lavoro. La denuncia è di Eurostat (l'istituto europeo di statistica) secondo il quale ai 3 milioni di disoccupati si aggiungono nel nostro paese 3 milioni e trecentomila delusi o sfiduciati che il lavoro non lo cercano più e non si iscrivono neppure alle liste di collocamento. I dati del terzo trimestre spiegano che si tratta del 13,1% della forza lavoro (quasi un punto in più del terzo trimestre 2012), un dato che è tre volte maggiore di quello medio dell'Unione Europea. Il fenomeno è tanto più grave ora che avviene in tempo di grande crisi e la speranza di un successivo inserimento nel mondo del lavoro appare poco più che un'ipotesi.

Ma quello che rende ancora più negativo il dato, è il forte dubbio (alimentato da considerazioni che ciascuno può fare nella vita comune indagando tra conoscenze e situazioni limite) che una parte di questo grande numero di “non lavoratori” sia in realtà costituito da persone che operano in nero e sfuggono ad ogni dato statistico e ad ogni controllo. Succede quando il cumulo tra oneri sociali e peso fiscale rende non appetibile il compenso (in gran parte per un'occupazione precaria) che viene offerto ufficialmente a chi si trova senza lavoro. C'è il sospetto che tra molti piccoli imprenditori torni a crescere il desiderio di sfuggire alla vigilanza dello Stato per utilizzare persone che “costano di meno” accettando di guadagnare qualche soldo in più oggi e rinunciando ai vantaggi che deriverebbero da uno stato sociale che peraltro viene poco per volta smantellato per la crisi.

 
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