20 dicembre 2013
C'erano tre sindaci di Torino (Fassino, Novelli e Picco) tra le autorità e gli amici presenti, il 13 dicembre alla Fondazione Donat-Cattin, per ricordare, a poco più di un anno dalla scomparsa, la figura di Giovanni Porcellana. Assessore per quasi vent'anni e, per un tempo meno lungo ma dall'importanza cruciale, sindaco del capoluogo piemontese.
L'occasione è stata la presentazione della raccolta di testimonianze curata dalla Fondazione Donat-Cattin sulla figura di Porcellana, politico e amministratore, nei tempi della svolta della città alle prese con lo sviluppo senza limiti della Fiat e con il conseguente boom demografico.
Scuole, fognature (tuttora efficienti e sufficienti alle esigenze della città), la ricostruzione del teatro Regio a quarant'anni dalla sua distruzione precedente la seconda guerra mondiale, sono state le fasi che Bodrato, Bracco e Morgando hanno riportato alla mente. Fassino e Novelli hanno ricordato l'avversario, intransigente talora fino alla faziosità, ma dalla straordinaria competenza nelle cose concrete dove portava l'esperienza della sua professione di ingegnere idraulico. Un uomo che dalla contrapposizione politica passava al dialogo e persino alla confidenza personale - lui così austero e dignitoso - nel confronto con chi pure aveva diversi riferimenti ideologici e diversi atteggiamenti religiosi. È stato proprio Novelli a ricordare l'uomo che dalla fede traeva modo per reggere le difficoltà che gli nascevano contro, il più delle volte dall'interno della stessa Dc.
Marco Borgione ha poi ricordato l'ultimo periodo della vita politica di Porcellana: quello legato alla fase della seconda repubblica dove il suo ruolo fu quello di avviare nuovi e giovani amministratori nella strada della vita pubblica. La serata è stata conclusa poi dalla signora Porcellana che ha ringraziato per i contribuiti alla pubblicazione del libro (edizioni Il lavoro - disponibile presso la Fondazione).
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