La scuola: un progetto serio in attesa di confronti e verifiche
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15 settembre 2014

Ha un bel dire il premier Renzi che non si tratta dell'ennesima riforma della scuola. Se andranno in porto, quelle che ha in animo saranno le misure più innovative degli ultimi vent'anni. Dall'assunzione di tutti i supplenti abilitati all'insegnamento, alle risorse sia per l'edilizia sia per l'ampliamento dell'offerta formativa, fino all'introduzione del sistema di valutazione delle scuole e di premiazione del merito, sono tutti provvedimenti che potrebbero davvero cambiare fisionomia al sistema scolastico.

Un inizio d'anno promettente: il documento “La buona scuola”, presentato lo scorso 3 settembre come l'inizio di un percorso di rilancio dell'istituzione, ha molte intenzioni positive e qualche limite oggettivo. Che in periodo di deflazione si abbia il coraggio di tornare a investire nella formazione delle generazioni future è sicuramente un segnale incoraggiante. Entrando  tuttavia nel merito delle scelte prospettate, è evidente la prospettiva centralistica del progetto, tutta incentrata sulle scelte governative. Della autonomia delle scuole, nominalmente introdotta da quasi due decenni, si intravede molto poco. Ai presidi non si danno grandi poteri, mentre è poco considerato il lavoro del personale non docente.

Il governo Renzi sa che si gioca molto, dopo gli annunci che interessano il mondo della scuola (e non solo). Per questo ha stabilito una fase di due mesi dedicata al confronto e al dibattito, prima di elaborare le norme conseguenti. Dopo aver affidato a un pool di giovani (età media inferiore ai 35 anni!) l'estensione delle linee programmatiche, sarà l'ora di misurarsi con l'esperienza di chi la scuola la vive e faticosamente e la costruisce ogni giorno e non da ieri.

 
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